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Vivere in un borgo toscano
Perché sempre più persone si trasferiscono

Il Cavalleggero


Perché in questi ultimi anni sempre più persone decidono di trasferirsi e di andare a vivere in un borgo toscano?

Cos’è che attrae così tante persone, da tutta Italia ma anche dall’estero, in Toscana?

Per chi, come noi, ci è nato, è facile da dire: la Toscana è una regione bellissima, le sue città d’arte e i suoi borghi sono talmente ricchi di storia, cultura e bellezza che il solo passeggiare per le vie o anche per le stradine di campagna fa bene all’anima.

In particolar modo, ad attrarre a sé visitatori e nuovi residenti sono i piccoli borghi disseminati per le sconfinate campagne toscane.
Quali sono i motivi di questo piccolo esodo? Oltre a quelli citati in precedenza, ovvero le attrattive che principalmente colpiscono ogni turista che si trovi a passare per uno sperduto borgo toscano intenzionalmente o anche solo per caso, ci sono tantissimi fattori umani e non, a spingere verso una scelta che rappresenta un salto verso il futuro, pur effettuando un passo indietro verso il passato.

In un piccolo borgo toscano si può trovare, innanzitutto, quella quiete e quella serenità che appartengono ad un tempo lontano, ad un passato assai differente dal presente caotico e confusionario: la campagna con le sue leggi naturali detta i ritmi, che scandiscono il susseguirsi lento delle giornate e delle stagioni, senza forzature alienanti; si rispetta il valore del tempo e lo si usa al meglio, distribuendo e organizzando le priorità e, soprattutto, identificando con lucidità quali cose o impegni siano veramente prioritari e quali invece possono attendere o persino scomparire dalla lista.

La vita nei piccoli borghi può infatti essere definita essenziale: dentro tutto il necessario per la serenità, per la felicità e per avere una vita appagante, fuori tutto l’inutile che genera stress e ansie.

Per molti è diventato ormai automatico associare il futuro e il progresso al movimento, alla velocità, al dinamismo, che però sono accompagnati da stress e da una qualità della vita insoddisfacente e, talvolta, poco salubre. La lentezza e la consapevolezza della vita dei borghi riporta ad un passato forse meno dinamico, ma più reale e realistico, a dai ritmi più congeniali alla nostra natura e che fanno bene, quindi, sia alla mente che al corpo.

Altro grande punto a favore dei piccoli borghi è la familiarità. In un piccolo paese si respira aria di famiglia: tutti conoscono tutti, si è sempre in contatto, si vive in pratica il senso di comunità. Sembra una banalità, ma quando si esce anche solo per prendere il pane o per andare a comprare il giornale è impossibile non incontrare nessuno con cui salutarsi, scambiare due parole, un sorriso o una battuta. Un caffè al bar non è una pausa fra un impegno e un altro: è l’incontro con la comunità, è il confronto amichevole con il prossimo, è lo scambio di idee che arricchisce, è il sorriso gratuito che illumina le giornate.

Non dimentichiamo mai, poi, la qualità della vita nei piccoli borghi toscani: una natura ancora pura e religiosamente rispettata donano la cosiddetta “aria buona” per le passeggiate, per lo sport all’aperto, per i giochi dei bambini, quasi ovunque un’acqua pura e ottima da bere e frutti della terra di una qualità e di una bontà inimitabili. Non è un caso che chi ha la fortuna di possedere qualche centimetro quadrato di terreno approfitti tutt’oggi per farsi un orto da cui attingere verdure di ogni tipo in ogni stagione: da una parte è tradizione che si perpetua nei secoli, nonostante la comodità moderna degli esercizi commerciali riforniti di qualunque cosa, dall’altra è orgoglio di una terra ricca e fortunata, generatrice di vita.

In tutto ciò, la modernità è giunta sino ai piccoli borghi toscani? Sì, ovviamente sì, ma è il senso della misura e il rispetto per la vita a far sì che ogni cosa che possa servire a migliorarla venga considerata come tale, evitando di sovrastimarla e trasformarla in un mezzo che trattiene in schiavitù. Quindi sì a mezzi di trasporto di ogni genere, ma no al traffico; sì alla rete, ma mai come strumento che si sostituisca al rapporto umano; sì a locali e attività sportive e ricreative, ma sempre preferite le attività all’aperto; sì a una scuola moderna, innovativa e in grado di preparare i ragazzi al futuro, ma con solide radici e una sana consapevolezza del passato e della tradizione.

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