Bagno Vignoni Un luogo magico in Val d’Orcia Il Cavalleggero

Bagno Vignoni
Un luogo magico in Val d’Orcia

Il Cavalleggero

Fra tutte le bellissime località dislocate nel territorio della Val d’Orcia ve n’è una che ha un fascino unico e inimitabile, che ha qualcosa di magico che attrae i visitatori di tutto il mondo e di tutte le epoche: è Bagno Vignoni.

Dal regista Tarkovskij che abbastanza recentemente vi ha ambientato il suo film “Nostàlghia” a Federico Fellini, più indietro fino a Lorenzo il Magnifico, Pio II, Santa Caterina da Siena e numerosi imperatori romani, sono tante le persone che nel corso dei secoli si sono innamorate di questo magico borgo.

Cos’è che attrae e conquista a Bagno Vignoni? Intanto le sue ricchissime e caldissime acque termali, regalo dell’Amiata, antica montagna di origine vulcanica. Sono stati gli Antichi Romani, grandi estimatori di terme, a fondare un primo insediamento intorno alle sorgenti. Alcuni studiosi sostengono persino che questi territori fossero già abitati in epoca etrusca.
Vi è poi un’altra caratteristica che rende Bagno Vignoni senza dubbio unico e che fa sì che possa essere definito “un luogo magico”: la piazza principale del paese invece di essere pavimentata e troneggiata da un monumento o da una fontana, come qualsiasi altra comune piazza, è interamente occupata da una larga vasca che trattiene le acque termali che qui sgorgano ad una temperatura compresa fra i 42 e i 50°C; tutto intorno sorgono un loggiato e magnifici edifici cinquecenteschi, realizzati da Bernardo Rossellino, lo stesso che seguendo la mirabile idea di Pio II costruì Pienza. I palazzi sembrano stagliarsi dalle acque come in una visione e nelle acque si specchiano, amplificando l’immagine onirica.

Ma la magia di questo luogo arriva fin fuori le mura, al Parco dei Mulini, un percorso archeologico che si snoda ai margini del borgo di Bagno Vignoni ed inizia con le vasche e le cisterne di raccolta dell’acqua di scolo proveniente dalla vasca termale situata al centro del paese. Da queste vasche poste sulla sommità di una collina l’acqua inizia la sua discesa verso il fondovalle alimentando gli antichi mulini dedicati alla lavorazione dei cereali di cui la Val d’Orcia è sempre stata ricchissima, attraverso un’opera ingegneristica assai complessa.

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